domenica 25 settembre 2016

RECENSIONE: Tieni il mio cuore per mano (Kick Push #1) di Jay McLean


Buongiorno! Oggi vi parlo di un libro tanto dolorosamente emozionante quanto bello. Si tratta di Tieni il mio cuore per mano di Jay McLean, primo volume della duologia Kick Push. E' uscito lo scorso 15 Settembre per Fabbri Editori e racconta la storia di Josh, ragazzo padre che già avevamo avuto il piacere di incontrare in Stai con me in ogni respiro, insieme al quale forma la serie The Road.

Trama
Joshua e Natalie hanno sedici anni. Grandi occhi azzurri e capelli biondi lei, braccia forti e la passione per lo skate lui. Si amano, e quando lei rimane incinta, scelgono di restare uno accanto all’altra... almeno fino a quando il piccolo Tommy compie un mese, e Natalie abbandona entrambi. Josh, disperato, è costretto a diventare adulto in fretta, a combattere per la propria vita e per quella di suo figlio, solo contro il resto del mondo. Fino al giorno in cui arriva Becca. Tra lui e la ragazza, divorata da un passato capace ancora di scaraventarla nel peggiore degli incubi, nasce presto un legame fortissimo, prima basato sulla fiducia e il reciproco sostegno e, infine, sull’amore. I fantasmi più neri però non vogliono abbandonare né l’uno né l’altra: l’incantesimo si spezza, ogni certezza si dissolve di nuovo nel nulla. Ma proprio quando tutto sembra perduto, l’amore potrebbe riuscire ancora una volta a illuminare la loro strada...

Ho letto la trama e mi sono innamorata di Josh, perché non si può non innamorarsi di un ragazzo di diciassette anni che si ritrova a dover crescere da solo il proprio figlio. Per non perdermi proprio nulla, sono andata subito a recuperare Stai con me in ogni respiro e, ragazzi, cosa mi ero persa! Per quanto questo sia uno stand alone, e quindi ai fini della storia non sia indispensabile leggere anche l'altro volume, io ve lo consiglio veramente veramente tanto. Sia perché così avrete modo di conoscere già un po' Josh e sia per capire e apprezzare di più i riferimenti a Blake e Chloe, oltre al fatto che è una bellissima storia che merita di essere letta.
Detto questo, concentriamoci su questo nuovo lavoro di Jay McLean. Oltre al doppio POV, che rende il romanzo ancora più coinvolgente, ho trovato lo stile dell'autrice semplice, diretto ed estremamente incisivo. L'uso, spesso, di frasi molto brevi ed espressioni ricorrenti funziona molto bene. La McLean è in grado di raccontare, e soprattutto trasmettere, emozioni fortissime che arrivano dritte al cuore, come se fossimo noi stessi a viverle. Io questo romanzo non l'ho solo letto, l'ho proprio vissuto. Ho provato frustrazione e senso di impotenza insieme a Josh quando non aveva i soldi per comprare latte e pannolini per il suo bambino. E ho provato speranza e voglia di rivincita quando Becca parlava del suo futuro. Ma non parlo di lacrime, anche se ce ne sono state e parecchie, di gioia, rabbia, tristezza, parlo di una sensazione fisica, come una stretta allo stomaco, che ho avuto per gran parte del libro e per molto tempo anche dopo averlo finito.

Becca è forse una delle ragazze più distrutte e vulnerabili di cui abbia mai letto, di quelle che basta un niente per annientarle. Ma proprio per questo mi ha fatto molto sorridere la sua intraprendenza all'inizio della relazione. Sì, perché, in confronto a un Josh impacciato, maldestro e imbarazzato, è lei a fare la prima mossa... ed è tutto dire. Mi sono piaciuti molto come coppia, anzi, come trio, perché non possiamo non considerare il piccolo Tommy. Intelligente, divertente e adorabile... anche quando rovina, nei modi meno opportuni, il tanto desiderato momento romantico.
Vi è mai capitato di innamorarvi di una ragazza alle medie e di cercare in tutti i modi di farvi notare da lei? Di passarle accanto e fissarla negli occhi o di dire qualcosa di buffo quando lei è a portata d'orecchio sperando che vi senta e vi trovi divertenti? O di escogitare un pretesto qualsiasi per annusarle i capelli? Non che io abbia mai fatto queste cose. Era solo per dire. Ma è più o meno lo stato in cui mi trovo adesso.
Con il personaggio di Josh è facile conquistare noi lettrici. Innamorato perso del figlio anche se per lui ha dovuto rinunciare alla sua vita a soli 17 anni ed è stato abbandonato, non solo dalla madre del bambino, ma anche dai genitori. E' vero che ci piace il bad boy, ma un ragazzo così ogni tanto ci vuole e, anzi, non se ne legge mai abbastanza. Un ragazzo che non ha problemi a fare dei veri sacrifici per amore o a mostrarsi debole e in lacrime.
Il personaggio di Becca è invece molto più complesso e difficile da capire. Non era solo la curiosità a farmi venire voglia di scoprire cosa le è successo in passato, per quale motivo ora non parla, evita il contatto fisico, è così spaventata e ha gli incubi. Avevo il bisogno di saperne di più e ho sentito ogni singola parola del racconto.
"E tu, Becca, ce l'hai un posto sicuro?". Faccio un sospiro, continuando a fissarlo. "Sì" sussurro, esitando un istante prima di dirgli la verità. "Tu."
Se questo libro ci fornisce un bellissimo esempio di rapporto padre e figlio, non possiamo dire lo stesso della figura materna. Tra pentimenti e condanne, le madri non ne escono affatto bene. Natalie, per esempio, abbandona il figlio dall'oggi al domani restando ben lontana dalla sua vita. Capisco la paura di diventare mamma a 17 anni, ma come si fa a lasciare il proprio bambino senza chiedersi mai come stia? Oppure, allo stesso modo, come si fa a voltare le spalle al proprio figlio che, dimostrando una maturità non tipica a quell'età, decide di voler crescere quello che gli altri giudicano il frutto di un errore? Ovviamente non voglio fare spoiler, ma chi ha letto il libro saprà che non ho certo finito con le critiche, anzi.
I suoi occhi possono essere come quelli della madre, ma il sorriso è il mio. La sua felicità appartiene a me.
Io sono da sempre una sostenitrice del lieto fine, ma, con qualche sforzo, sono anche in grado di accettare un finale non troppo felice ma giusto. In questo caso no! Dopo tutta la sofferenza e l'angoscia provata (probabilmente leggere i due libri di fila non è stata una grande idea), avevo il bisogno fisico e psicologico di gioire per un bell'epilogo. Ma è una duologia, quindi il finale aperto è d'obbligo. Ora, cara Fabbri, ti supplico, per il bene di tutte noi lettrici, fai uscire presto il seguito. Grazie.

Al prossimo libro (se mi riprendo)!
Veronica

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