sabato 13 maggio 2017

BLOGTOUR: La casa delle onde di Jojo Moyes. VI tappa: recensione


Buongiorno! Oggi, con piacere, ospito la sesta e ultima tappa del Blogtour dedicato all'ultimo libro di Jojo Moyes, La casa delle onde. Il romanzo è uscito il 2 Maggio per Mondadori e segna il ritorno dell'autrice inglese famosa in tutto il mondo per il grande successo Io prima di te. Dopo le altre tappe, che vi invito a seguire se ancora non l'avete fatto, in cui le mie colleghe blogger vi hanno presentato il libro in generale e in qualche aspetto più specifico, ora tocca a me parlarvi della storia nel dettaglio con la recensione.

Trama
Inghilterra, anni Cinquanta. Sfollata durante la guerra, Lottie Swift è stata accolta dai coniugi Holden a Merham, quieta località di mare. Lottie ama la tranquillità del luogo, mentre Celia, la figlia degli Holden, desidera una vita più movimentata. Ma quando un gruppo di bohémien si trasferisce da quelle parti, entrambe le ragazze subiscono il fascino di tanta imprevista vitalità. E ciò che accade a Villa Arcadia avrà conseguenze imprevedibili per tutti coloro che abiteranno il suo mistero…

Quando un autore pubblica un libro di successo, si dà quasi per scontato che tutti i suoi libri debbano essere allo stesso livello. Ora, immagino che moltissimi di voi abbiano letto Io prima di te, ma paragonare questi due libri sarebbe un errore. Soprattutto perché non ha molto senso, considerando che sono due storie completamente diverse. Quindi, dimenticatevi per un attimo di Louisa e Will, e sicuramente vi godrete di più questo romanzo.

Protagonista indiscussa del romanzo è la location, ossia Villa Arcadia. Ci troviamo a Merham, una piccola località di mare in Inghilterra, abitata in prevalenza da cittadini chiusi, bigotti, legati alle tradizioni e per niente pronti a qualsiasi forma di novità. Tutta la cittadina è così, ad esclusione della Villa e delle persone che la abitano. Bohémien, "persone da cui stare alla larga", artisti... nel senso più dispregiativo del termine. Il ponte tra i due mondi è costituito da Celia e Lottie, due giovani ragazze affascinate dall'atmosfera libertina che si respira nella casa. Lottie, in particolare, trova in loro e, soprattutto, in Adeline una famiglia. La madre, infatti, l'ha abbandonata e non si è mai sentita veramente parte della famiglia di Celia, che l'ha accolta. Non solo frequentare queste persone le permetterà di aprire gli occhi su molte cose, ma anche il trasferimento dell'amica in città la allontanerà irrimediabilmente. Soprattutto quando farà ritorno con Guy, il suo fidanzato.
"So pochissimo di te." "Sappiamo abbastanza" la tranquillizzò, prendendole il viso fra le mani. "Lottie, tesoro, non c'è niente che mi serve sapere di te. Solo che eri nel mio destino. Siamo fatti l'uno per l'altra."
Non vi svelo altro sulle vicende, ma voglio soffermarmi su alcuni particolari che mi hanno colpita durante la lettura. Alla Moyes devo riconoscere la grande capacità descrittiva, nella prima parte sembrava veramente di essere negli anni Cinquanta, mentre poi, dalla seconda in poi, con poche parole ci si accorge del salto temporale, senza bisogno di specificarlo. Le vicende, poi, si bloccano sul più bello e il cambio di tempo, spazio e personaggi mi ha destabilizzata non poco, devo ammetterlo. Ma, fidatevi, prima o poi tutto avrà senso. Tra intrecci, colpi di scena e un passato svelato poco a poco, niente sarà lasciato al caso.
Daisy aveva notato che la seguiva ovunque e stava cominciando a domandarsi se fosse protettivo o se avesse semplicemente bisogno di lei.
Valutando il libro nel suo complesso, lo si può considerare un romanzo corale femminile. Sono infatti le donne ad emergere, con tutti i loro sbagli, le loro insicurezze, il loro coraggio e la loro forza. Le loro relazioni con gli uomini, il loro modo di reagire alle difficoltà, il loro essere figlie, mogli e madri. 
"Sto per mostrarti le foto, no?" "Ma non parlano di lei, parlano della casa." "Forse non c'è differenza."
Vi ho detto di non paragonare La casa delle onde a Io prima di te, ma è anche vero che qualche somiglianza c'è. Ovviamente ho ritrovato la scrittura, per me fantastica, della Moyes. Ma soprattutto ho ritrovato la sua volontà di raccontare la verità. Il finale di Me before you ci ha insegnato che lei non è un'autrice da lieto fine a tutti i costi e non si è comportata diversamente in questo caso, ma non spaventatevi comunque, nessun pianto disperato questa volta. Anche ora il finale è, in parte, "difficile da accettare", ma, dopo averci riflettuto, secondo me anche giusto. E così è un po' tutto il libro, spesso vi verrà da dire "ma perché?", però è anche vero che la vita non va sempre come vorremmo, non sempre è tutto rose e fiori. E Jojo Moyes racconta, spesso un po' tragicamente, la realtà.

Spero di essere riuscita a mostrarvi l'essenza di questo romanzo e, se lo avete letto o lo leggerete, fatemi sapere cosa ne pensate voi. Vi invito a passare anche negli altri blog, in particolare da Il Colore dei Libri che ieri ha presentato i personaggi.

Al prossimo libro!
Veronica

2 commenti:

  1. Dopo un capolavoro come ''Io prima di te'' scrivere di meglio sarà impossibile ma la tua recensione mi ha incuriosita tantissimo!

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    1. Esatto, per questo dico di non paragonarli. Comunque viene fuori la bravura dell'autrice anche in questo romanzo ;)

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